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Centenario: "Inter 100 anni di emozioni"

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~INTERGR™
view post Posted on 29/2/2008, 17:57




MILANO - In occasione del centenario di F.C. Internazionale, è stato creato Inter 100 anni di emozioni, l'almanacco ufficiale curatao da Oliviero Toscani e pubblicato dalla casa editrice "Skirà".

100 anni di grandi emozioni, amore, dolore, collera, euforia, passione..., splendidamente illustrate nelle pagine del volume celebrativo ufficiale

Nata nel 1908, il 9 marzo, da un atto di ribellione, per aprire anche agli stranieri i campi del calcio di Milano. Cento anni dopo F.C. Internazionale, per tutti l'Inter, è una meravigliosa storia di uomini e di calcio, di vittorie e di stile, di passioni e di orgoglio, di ricordi e di vibrante attualità che rivivono in questo volume, dedicato all'unico club italiano mai stato in B e riconosciuto in ogni angolo del mondo non solo per i suoi trionfi e per i suoi campioni, ma soprattutto per i suoi comportamenti, ancora legati a quel primo atto di fondazione: ribelle, mai banale, ma sempre fedele alle regole dello sport.
Dal primo scudetto (che arriva dopo due anni, un mese e quindici giorni dalla fondazione: il 24 aprile 1910, presidente Carlo De Medici, allenatore-giocatore Virgilio Fossati, il primo campionissimo, il primo interista a indossare la maglia della nazionale italiana, la prima bandiera, il primo eroe: muore sul fronte della Grande Guerra) al quindicesimo, quello di tutti i record della stagione 2006-2007. Dall'era breve dell'Ambrosiana (da Sant'Ambrogio, patrono di Milano dopo esserne stato vescovo) alla maglia del centenario con lo stemma di Milano. Da Giuseppe Meazza (in arte 'Balilla', un artista in campo e fuori, un goleador impressionante, l'asso di cuori, la leggenda) a Zlatan Ibrahimovic, il genio di oggi. Dalle prediche calcistiche del tifoso dei tifosi, l'avvocato-alpino e dirigente Peppino Prisco ('a Milano ci sono solo due squadre, l'Inter e la Primavera dell'Inter') allo stile inconfondibile della famiglia Moratti, che per tutti vuol dire prima Grande Inter con il presidentissimo Angelo e poi l'Inter moderna del rinnovamento e del ritorno dei campioni e dei successi, con il figlio Massimo, che - per scelte di popolo - riporta a casa la società nel febbraio 1995.
Tante storie nella storia. I campioni, certamente, ma anche la gente comune, il tifoso anonimo che in 100 anni di storia ha costruito la sua piccola bellissima Inter e la tiene, gelosamente, nel cuore. Un amore che passa di padre in figlio, che diventa internazionale nel senso più letterario e letterale del termine. I sondaggi non possono quantificare realmente una passione, non possono spiegare il motivo per il quale, in Cina, non c'è club europeo più amato e popolare dell'Inter o per quale ragione, attraverso i progetti di Inter Campus Estero, l'Inter diventa una parola magica e apre le porte sociali ai bambini più bisognosi in Romania come in Brasile.
È la forza della storia. E ogni storia ha il suo epicentro, il suo fuoco eterno. Per l'Inter è la Grande Inter degli anni '60. Ci sono state, prima (doppio scudetto nel '53 e '54) e dopo (trionfo in rimonta del '71, dominio nel 1980, torneo da record nel 1989), tante squadre importanti, tanti campioni indimenticabili (Lorenzi e Skoglund, Nyers e Angelillo, Ghezzi e Wilkes, Boninsegna e Altobelli, Beccalossi e Oriali, Bergomi-Ferri-Zenga e Matthaeus-Brehme), ma quella di Angelo Moratti ed Helenio Herrera, quella costruita da Italo Allodi, è una poesia, un'opera d'arte che nasce il sabato 28 maggio 1955 quando il petroliere Angelo Moratti, classe 1909, sposato con Erminia Cremonesi, sei figli, diventa il 15° presidente dell'Inter avendo rilevato il club da Carlo Rinaldo Masseroni. Herrera, il 'Mago' venuto da Barcellona, più zingaro del pallone che argentino, arriva a Milano nel 1960, guadagna molto e parla tanto, predica ('vinceremo todo y contra todos'), si porta dietro uno dei più grandi fra i grandi, ovvero Luis Suarez già Pallone d'Oro. Difesa granitica con base Armando Picchi-Tarcisio Burgnich-Aristide Guarneri. Giacinto Facchetti attacca e difende sulla sinistra. Centrocampo con la regia di Suarez e la fantasia romantica di Mario Corso, l'uomo delle punizioni 'a foglia morta'. Attacco tutta velocità e tecnica con Alessandro Mazzola e Jair. Il 28 aprile 1963, a Torino, Juventus-Inter 0-1, rete di Mazzola, figlio di Valentino, stirpe granata. Lo scudetto è conquistato, comincia la leggenda, non solo italiana, che porterà i nerazzurri due volte sul tetto d'Europa e, contemporaneamente, due volte sulla vetta del Mondo. Contro tutto e contro tutti. Lo diceva Helenio Herrera, lo dimostra anche la storia moderna di F.C. Internazionale. Il 15° scudetto, quello del torneo 2006-2007, si può leggere tranquillamente come un nuovo atto di ribellione dei nerazzurri contro i luoghi comuni, contro i detrattori di ogni genere: la squadra di Roberto Mancini domina il torneo, riaggiorna tutti i record, dimostra sul campo che la forza della tecnica, abbinata a quella del gruppo e del carattere, è l'unico segreto dello sport. È lo scudetto che Massimo Moratti, la squadra e tutti i tifosi dedicano a Giacinto Facchetti, prima campione e poi presidente, bandiera di una fede nerazzurra forte come una storia: l'onestà.

L'almanacco del centenario, con il quale questa amattina al centro sportivo "Angelo Moratti", sono starti fotografati Roberto Mancini e i campioni nerazzurri, sarà disponibile nelle migliori librerie da mercoledì 19 marzo.
Ufficio Stampa

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CHOMMAAGODS
view post Posted on 31/7/2012, 06:05




コーãƒãƒãƒƒã‚°æ–°ä½œ
 
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1 replies since 29/2/2008, 17:57   566 views
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